Titolo: Ragazzo, uomo e nemo

Autore: Damiano Dario Ghiglino

Casa Editrice: Autopubblicato

Genere: Narrativa Italiana

Anno di pubblicazione: 2020

Pagine: 110

TRAMA

Un ragazzo cammina portando con sé una valigia lungo le strade innevate di una città tedesca. Non sa da dove viene, né dove sta andando. Sa solo che si è lasciato il passato alle spalle perché è gay, è diverso.

Sarà così che Eric intraprenderà un lungo viaggio alla scoperta di sé rivelando, tra incontri inaspettati e interrogativi senza risposta, l’essenza di una vita che è tutte le vite.

Un romanzo cosmopolita, visionario, oscuro ma anche luminoso, sulla ricerca dell’identità attraverso le molteplici tappe dell’esistenza umana.

RECENSIONE

Quando ho finito di leggere questo libro, ho avuto bisogno di un attimo per mettere insieme le idee.

Ho fissato il computer per riuscire a trovare le parole giuste per descrivere questo libro, per farvi capire bene di cosa parla e cosa vuole trasmettere. Almeno quello che ha trasmesso a me. Ho l’impressione che se l’avessi letto più volte, avrei colto informazioni e sfumature che con una sola lettura non ho colto.

La prima definizione che posso fare di questo libro è “complicato”, cioè, mai scontato, mai banale, pensi di aver capito cosa succede e invece, la parola dopo ti cambia tutte le convinzioni.

Partiamo dall’inizio: il protagonista è Eric, che lascia la sua famiglia, il suo paesino, l’Italia, per cercare un posto dove può essere se stesso, senza pregiudizi, con la possibilità di ricominciare.

Eric è un personaggio complesso, costantemente insoddisfatto, alla ricerca del suo posto nel mondo. Questo lo porterà a girare il mondo, passando da una città all’altra, da una relazione all’altra, in una insoddisfazione sempre più crescente.

Intorno a Eric ruotano tanti personaggi, persone che incontrerà nei suoi viaggi, fino alla donna che ritroveremo dall’inizio alla fine del libro, Iryna, una sessantenne in cui Eric ha trovato un’amica e una confidente.

“La vita è un saliscendi, si ha alternativamente bisogno di slancio e di radici. O delle due cose allo stesso tempo, il che sarebbe un bel paradosso.”

Si toccano tanti temi importanti: l’omosessualità, descritta con molta naturalezza e semplicità, come qualsiasi storia d’amore, così come dovrebbe essere; l’emigrazione, la vita dei senzatetto, la povertà, ma soprattutto il tema del viaggio.

Eric girerà il mondo, con la sua valigia rossa, e, con lui, anche noi faremo un viaggio con la fantasia, attraverso la Germania, Francia, Ucraina, Marocco, Filippine… L’autore descrive queste località molto bene ed è come se noi fossimo catapultati in questi luoghi molto diversi tra loro, con tradizioni diverse, clima diverso, opportunità diverse.

Il viaggio in giro per il mondo diventa la metafora perfetta del viaggio in cerca di se stessi, del cercare finalmente un posto degno in cui fermarsi, un posto in cui passare da “ragazzo” a “Uomo”.

“Ti identifichi con i tuoi ricordi?” domandò Iryna “se fosse cosi, tutte le persone con una cattiva memoria sarebbero nemo”

In questo viaggio di ricerca, Eric arriverà molte volte a toccare il fondo, in uno stato di inquietudine e angoscia. E alla fine capirà che per ricominciare è necessario tornare all’inizio. Ripercorrere le proprie scelte, le proprie esperienze, i propri errori, con la consapevolezza che il passato è sempre parte di te, ma non può ritornare.

Voto:

5/5

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