Titolo: Il club della solitudine

Autore: Deborah Bincoletto

Casa Editrice: Scatole Parlanti

Genere: Narrativa italiana

Anno di Pubblicazione: 2021

Pagine: 216

TRAMA

Un incontro inaspettato cambia la vita di Vera, una ragazza insicura dal passato drammatico, intrappolata da diversi anni nella soffocante routine. La conoscenza di un bizzarro club la spingerà a intraprendere un percorso di autoriflessione e introspezione. I profondi legami con i componenti del club, piuttosto singolari, l’aiuteranno a scontrarsi con i propri demoni interiori.

Scoprirà, pagando di tasca sua, che non è mai troppo tardi per investire su se stessi e darsi una seconda possibilità, nonostante le ingiustizie subite e gli ostacoli concreti da superare.

Indipendente, femminista e dal cuore d’oro, Vera capirà che tenere la testa sotto la sabbia comporta come unica conseguenza il soffocamento dei propri sogni e che per dare una svolta all’esistenza è indispensabile affrontare di petto le sofferenze più acute.

RECENSIONE

La protagonista del “club della solitudine” è Vera, che un giorno, mentre è seduta al parco, incontra una signora di nome Agata, che le chiede di seguirla. Vera è un po’ diffidente naturalmente. Anche noi se una sconosciuta ci chiedesse di seguirla perché deve mostrarci una cosa, credo che scapperemmo a gambe levate.

Vera, in un primo momento, titubante e confusa, poi si fida, spinta da una forza che neanche lei sa da dove provenga. E arrivano al Club, una struttura in cui la caratteristica principale è che ognuno può entrare e uscire a proprio piacimento, dire e fare ciò che vuole, sempre nel rispetto dell’altro, senza la paura di essere giudicato.

Un’esperienza del tutto nuova per Vera. Ma probabilmente, questo Club sarà la cosa migliore che le capiterà nella vita. Riuscirà a cogliere quest’opportunità?

Vera è un personaggio psicologicamente molto complesso. Nel corso della lettura, conosciamo man mano una parte della sua storia. Lavora in un supermercato, è una ragazza molto introversa, prima di fare una determinata cosa, ci pensa mille volte. Non si butta mai nelle situazioni, ma valuta i pro e i contro e che conseguenza può provocare ciascuna azione. Racconta anche vari aneddoti della sua vita, anche scolastica, come quando in classe la prof. chiedeva un parere, ma lei non rispondeva mai per paura di dire una cosa stupida e venire presa in giro dai compagni. L’autrice rende molto bene questa paura, soprattutto di come un determinato pensiero, nella mente di un insicuro, un introverso, ne scatena un altro in un circolo vizioso senza fine.

Ho provato molta empatia per Vera, poiché solo chi è introverso può capire un altro introverso e la paura connessa nel dire una cosa stupida; per questo si preferisce il silenzio, per paura di sbagliare e fare figuracce.

Tutto questa paura e indecisione porta a non godersi il qui e ora, a perdersi nei pensieri e lasciar scivolare le situazioni presenti.

Come quando pensi alla risposta giusta che avresti potuto dare, ma ormai è tardi, rimarrà solo una risposta giusta, ma al momento sbagliato.

Questo libro affronta moltissimi temi, primo fra tutti la capacità di non giudicare e di riuscire a mettersi nei panni degli altri. Ma anche la capacità di mettersi in gioco e confrontarsi, superando le proprie paure. Vera troverà degli amici in questo Club, delle persone che la accetteranno così come è, e con il confronto con essi, riuscirà a superare le sue paure, i suoi blocchi, a capire che i suoi problemi non sono così insormontabili, se visti da una prospettiva diversa.

La vita di solitudine, che Vera aveva visto nel suo futuro, comincia a mutare, e si fa ancora più viva la speranza che il cambiamento è possibile, che l’incontro con le persone giuste può salvarla da sé stessa e da un passato traumatico e difficile.

Lo stile di scrittura è molto particolare, molto spontaneo, molto schietto, come se fosse un diario. Infatti, l’autrice certe volte si rivolge al lettore stesso. Queste parti sono molto belle, perché rendono più partecipe il lettore o certe volte anticipano proprio un pensiero che il lettore potrebbe fare in quella data situazione, quindi l’autrice è riuscita, non solo a immedesimarsi nella sua protagonista, nei suoi personaggi, ma anche nel lettore che leggerà la sua opera.

Un esempio può essere questo: ad un certo punto dice: “Ma voi potete dirmi che sono prolissa!” e in quel momento in effetti l’ho pensato. È stato davvero molto strano, ma al tempo stesso confortante, poiché il lettore si sente capito.

Ma oltre ad alcune parti un po’ prolisse, che io ho giustificato con il concetto di pensieri automatici propri di un soggetto insicuro, di cui vi parlavo prima, consiglio questo romanzo poiché, insieme a Vera, anche il lettore è portato a pensare alla sua vita e al modo in cui la sta vivendo.

Se vi piacciono i romanzi psicologici, di formazione e che raccontano una maturazione, questo è il libro giusto per voi.

Buona lettura!

Voto:

4/5

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