Titolo: Chiedimi la luna

Autore: Cristiano Caccamo

Casa editrice: Harper Collins

Genere: Fantasy

Anno di pubblicazione: 2020

Pagine: 160

 

TRAMA

 

Aibek appartiene a una famiglia che, di generazione in generazione, si tramanda un lavoro di grande sapienza e abilità: accendere e spegnere la luna. Un compito scrupoloso, fatto di centimetri, per spostare con uno spazzolone granelli di luce sull’esatta porzione da illuminare. Ci vogliono tanta precisione e dedizione, perché è un mestiere solitario, lassù in mezzo all’universo. Quando il padre si ritira, tocca ad Aibek diventare l’artefice di quella magia.

Ma la luna è fatta anche di un’ombra scura e il ragazzo non resiste alla tentazione di esplorare quel territorio, ignoto e minaccioso. È così che tutto cambierà. Improvvisamente lui si troverà sulla terra, la “palla bluastra” che ha sempre guardato con curiosità da lassù.

Smarrito e spaventato, Aibek vivrà l’avventura di un mondo sconosciuto, senza comprendere lo scorrere del tempo, la pioggia, gli alberi, le strade, gli animali… e l’amore. Sarà Adhara a guidarlo nel caos insensato della vita sulla terra, con la sua forza e la sua fragilità di giovane donna.

E Aibek troverà nelle emozioni dell’amore la piena consapevolezza di sé e del suo destino.

 

RECENSIONE

 

POETICO. Lo definirei esattamente così questo capolavoro, senza aggiungere altro. Non ho mai avuto la necessità di leggere un libro ad alta voce, ho sempre letto nella mia mente… ma quando ho iniziato a leggere questo romanzo, ho sentito che non era sufficiente, non gli rendeva giustizia, allora ho iniziato a leggerlo, o meglio, a recitarlo ad alta voce… e lì, non so esattamente cosa sia successo, ma mi sono ritrovata nel bel mezzo di un mix di emozioni.

 

La luna. Quel “piccolo” satellite di cui conosciamo solo una faccia… alcuni la osservano così spesso da conoscere forse meglio quella della propria. Ha ispirato poeti e scrittori di ogni luogo e tempo. Ha accolto i nostri silenzi e le nostre lacrime, i nostri sogni e le nostre speranze; testimone di amori dichiarati e impossibili.

 

Più che di un romanzo, a mio parere, si tratta di un dolce racconto o di una dolce metafora sul ciclo della vita e dell’amore. Si legge in poche ore e riempie di infinita dolcezza. Tratta di tematiche importanti, ma lo fa con una leggerezza e armonia tali che nemmeno te ne accorgi.

 

Suo nonno gli raccontava di come la luna fosse culla sia di dolore sia di splendore; gli raccontava del perché chiunque avesse bisogno di sogni la cercasse sperando fosse pronta a dargli ascolto, fosse capace di mozzargli il fiato: affinché il cuore riprendesse a bussare nel petto.

 

La prosa è così tenera e a volte accattivante, che si fa leggere con un sorriso stampato in volto. Alla fine di un romanzo qualsiasi, mi piace vedere se ci sono le note dell’autore e sebbene fossero brevissime, sono riuscite a diffondere messaggio che ha reso questo romanzo ancora più speciale.

 

L’amore è un dono, non buttarlo via mio caro, piano piano imparerai a conoscerlo ma non provare a governarlo, non ne saresti capace.

 

Onestamente, spero che Caccamo si cimenti di nuovo in quest’esperienza, perché mi piacerebbe molto leggere altre sue opere.

Voto:

5/5

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