Titolo: Le vicende di SinVille

Autore: L.S. Cira

Casa editrice: Selfpublishing

Genere: Arte, amore e psicologia

Anno di pubblicazione: 2021

Pagine: 78

TRAMA

SinVille è un paese dove è proibito fare arte. Viene concesso solo nel Grande Circo. Gli artisti che non ne fanno parte si nascondono alla Galleria, lì vivono e si allenano. Da questi presupposti nasce l’amore tra Nadia e Daniel.

RECENSIONE

Quando ho finito di leggere questo libro, ho fissato l’ultima pagina per un po’, e ho avuto la necessità di raccogliere le idee prima di scrivere la mia recensione. E oggi, sono ancora qui a fissare il pc, perché questo libro non è molto semplice da descrivere, è un libro molto strano e inusuale.

Ma partiamo dalla trama. Le vicende di SinVille narra la storia di Daniel, che si imbatte nel paese di SinVille, un paese che vive nell’ombra, un luogo ai confini del mondo con regole e leggi tutte sue, come, per esempio, fare arte è permesso solo al Grande Circo Shanton.

Daniel, a SinVille, incontrerà Berry, un cantastorie, che lo porterà con sé nel Rifugio, un’enorme galleria, dove gli artisti si allenano di nascosto per cercare di entrare nel Grande Circo e poter così esprimere sé stessi attraverso la propria arte.

Come dicevo, è un libro molto particolare. Le vicende vengono narrate secondo il punto di vista di Daniel. Affascinanti sono le storie narrate da Berry, che con ironia e arguzia, rivela la verità solo come un cantastorie sa fare.

La narrazione è poi intervallata da riflessioni dei protagonisti su varie tematiche, come per esempio sull’amore:

 

“L’amore vero è maturo, non pretende, non chiede, non incanta, è stabilità, serenità, quotidianità, anche noia.”

 

Un concetto dell’amore nel senso più puro del termine, un amore “innocente, dove ogni cosa è una prima volta”. Un amore che dovrebbe essere sempre così e non sporcato da troppe congetture e dubbi.

A me personalmente, ha fatto riflettere molto già l’ambientazione: “SinVille, in cui non è permesso dalla legge fare arte per le strade”: già questo è un incubo. Io che amo l’arte in ogni sua forma e ogni sua espressione, pensare a una cosa del genere fa venire la pelle d’oca: può l’arte essere praticata di nascosto? Già la parola “arte” mi fa pensare a qualcosa di etereo, di puro, di superiore all’uomo… non può essere certo limitata da leggi umane. L’arte è libertà, è bellezza, è vita.

Quindi un libro non convenzionale, vi consiglio di leggerlo con molta attenzione perché vi saprà lasciare tanti spunti su cui riflettere.

Ringraziamo l’autore per la copia digitale del libro.

Voto:

4/5

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