Titolo: Notre-Dame de Paris

Autore: Victor Hugo

Casa editrice: BUR edizioni

Genere: Classico

Anno di pubblicazione: 2007

Pagine: 541

 

TRAMA:

 

Esmeralda, una giovane zingara di grande avvenenza, è solita danzare sul sagrato della chiesa di Notre-Dame, cuore della Parigi medievale. L’arcidiacono Frollo è attratto dalla giovane donna e, pur fra sentimenti contraddittori, cerca di farla rapire dal campanaro Quasimodo, un essere deforme fino alla mostruosità. Ma il capitano Phoebus la trae in salvo e conquista il suo amore. Una vicenda melodrammatica, tetra, grottesca, che ha commosso lettori di tutti i tempi e spesso ispirato il mondo del cinema.

 

RECENSIONE: 

 

Notre Dame de Paris è un opera che nasce dal genio di Victor Hugo, con il grandioso intento di portare la poesia dentro al romanzo storico.
Notre Dame de Paris offre un meticoloso dipinto quattrocentesco della città di Parigi in cui la maestosa cattedrale gotica è protagonista della scena. Il tempo è spesso cristallizzato, con una narrazione per ampi tratti immobile spettatrice davanti a straordinari affreschi. Inoltre, non mancano riflessioni e analisi filosofiche incentrate sul ruolo dell’architettura nella storia dell’umanità.
Dai volti ai costumi e alle credenze popolari, alla cattedrale, l’autore è un instancabile scrutatore dei dettagli.

 

“La sala grande non era che una vasta fornace di impudenza e di giovialità, in cui ogni bocca era un grido, ogni occhio un lampo, ogni faccia una smorfia, ogni persona un atteggiamento. Gli strambi visi che si affacciavano uno dopo l’altro a digrignare i denti dal foro del rosone erano come altrettanti tizzoni gettati nel braciere. E da tutta quella folla effervescente sfuggiva, come il vapore dalla fornace, un rumore stridulo, acuto, tagliente, fischiante come quello delle ali di un moscone.”

Notre Dame de Paris è un romanzo pregno di storie d’amore: impossibili, travagliate, idilliache, corrosive e malsane. Il sentimento che lega l’autore stesso alla cattedrale che celebra pagina dopo pagina, non è che una sconfinata passione. Ma fra tante è la storia d’amore del campanaro Quasimodo con le sue bronzee creature a struggere maggiormente il cuore e suscitare una profonda tenerezza.

E come l’anima di ogni uomo è il suo centro portante, il suo punto focale nel rapporto col mondo, allo stesso modo la confusionaria e distratta Parigi è dominata dalla maestosa immagine della cattedrale di Notre-Dame, la cui descrizione non è meno minuziosa di quella che l’autore riserva ai personaggi. Vera e propria anima della città, la cattedrale diviene un punto di convergenza per tutti i personaggi coinvolti, un punto di osservazione sul mondo tra ammirazione e sgomento, un punto di riflessione tra passioni e accadimenti. E’ all’interno della cattedrale che si consuma il conflitto tra bene e male che attanaglia i personaggi ed è all’interno della cattedrale che l’anima si dispiega nella sua sublime magnificenza ed abiezione.

I personaggi che Hugo ritrae in questo dipinto di parole presentano le innumerevoli sfumature dell’umanità sotto i più disparati aspetti. Sul piano sociale, sono rappresentati tutti gli ambienti della società parigina: la corte del re e gli aristocratici con i loro altarini, i miserabili come Quasimodo o Esmeralda con la loro dignità umana, il clero tra le contraddizioni dell’animo dell’arcidiacono Claude Frollo, gli uomini di cultura sognatori come Pierre Gringoire, la massa popolare della quotidianità, i giovani scapestrati e i carcerati. Sul piano morale è rappresentato lo scontro costante tra bene e male nella storia ma soprattutto nell’animo di ogni uomo, cosicché ogni apparenza di linearità etica è sovvertita, messa in discussione da eventi, passioni e necessità esterne ed interne; dunque un arcidiacono può diventare un mostro e una zingara ritenuta l’immagine del diavolo l’emblema della purezza, un barone può diventare un profittatore e una vecchia carcerata una madre pronta a perder la vita il nome dell’amore, uno storpio scherzo della natura può diventare un salvatore.

Il finale di Notre Dame de Paris, è a mio avviso il più grandioso e magico di tutta la letteratura mondiale.

E’ forse il romanzo più conosciuto, rappresentato, musicato della storia umana.
Infinite rappresentazioni teatrali, trasposizioni cinematografiche, citazioni in altre opere, le figure del gobbo e della sua amata Esmeralda praticamente le si incontrano un po ovunque nei romanzi odierni, nella fantasia di grandi e piccoli.
Ci sono pagine memorabili in questa opera, scene vivide e crude. Grandi slanci d’amore.
La lettura è abbastanza facile, senza troppi intrecci o colpi di scena.
E’ una sinfonia di parole che porteranno infine al meraviglioso esaltante finale, che è un inno alla potenza del vero amore.

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