Titolo: La bellezza del male

Autore: Carmen Weiz

Serie: Swiss Legends #2

Casa editrice: Edizioni Quest

Genere: Thriller romance

Anno di pubblicazione: 2019

Pagine: 300

 

TRAMA

 

Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, e forse queste parole portano con sé una certa verità.  

Cosa succede, però, se le ferite non guariscono correttamente? Quando i tagli lasciano delle orrende cicatrici e le ossa rotte si rinsaldano ma non tornano più come prima? 

E quando si tratta dell’anima? Se è rimasta coinvolta nella rottura, ritrovandosi lacerata e sofferente… 

L’agente Sophie Nowack, delle forze speciali svizzere Enzian, lo sa bene. Reduce da un terribile avvenimento, che le ha cambiato per sempre la vita, giorno dopo giorno si strugge per portarla avanti. 

Un’esistenza fatta di segreti inconfessabili, celati dietro a un lavoro nel quale eccelle: infiltrarsi nei peggiori ambienti, attraverso volti che non sono mai il suo, alias che nascondono la sua vera personalità. 

“Cosa puoi scegliere, quando non ti è rimasto niente?” 

Le lancette del destino li ha allineati. Lei ha commesso un semplice errore e a quel punto il suo destino è passato nelle sue mani. 

Per lei, il male non è mai stato così affascinante come nel momento della resa dei conti. Aveva le sembianze della persona che aveva sempre desiderato, colui che aveva posseduto i suoi sogni. 

Carmen Weiz ritorna con una storia straziante, trattando uno degli abbandoni più dolorosi… quello della propria anima, e per farlo crea un antagonista di una crudeltà indimenticabile, e l’unica donna che possa fermarlo prima che nuoccia di nuovo. 

“Correresti questo rischio? Metteresti in pericolo la tua incolumità, la tua anima, la tua vita… Tutto per conoscere… la bellezza del male?” 

 

RECENSIONE

 

La bellezza del male è un thriller poliziesco, il secondo libro della Swiss Legends di Carmen Weiz.

Narra la storia di Sophie Novak, che ha dovuto affrontare un terribile avvenimento che ha cambiato per sempre la sua vita. Diventa agente delle forze speciali svizzere e cerca sempre esperienze al limite, più pericolose possibili, in modo tale da sentirsi ancora viva.

Il dolore provocato da questo incidente all’età di 17 anni è stato abbastanza forte, da provocare gravi ferite nell’anima richiedere un periodo di ricovero presso ospedali psichiatrici e terapie farmacologiche.

Sophie è una protagonista molto particolare: una ragazza che cerca sempre il limite e che ha cercato molte volte di suicidarsi. In qualche modo lei ritiene che ancora il suo tempo non sia giunto, perché nonostante queste situazioni rischiose e pericolose, lei riusciva sempre a farla franca. E’ arrabbiata per questo con la vita, con il destino, perché non riesce in nessun modo a farla finita.

Sophie è una protagonista con cui è impossibile non empatizzare: un personaggio molto singolare, molto profondo, sentiamo tutto il suo dolore, la sua sofferenza che le fa fare delle scelte discutibili, nonostante sia un agente di polizia. In ambito lavorativo, preferisce lavorare da sola, non riesce a integrarsi nella squadra, e questo va ad influenzare anche il suo rendimento e la sua condotta. Una protagonista molto particolare, ma anche molto affascinante.

Qui voglio sottolineare la grande capacità di Carmen Weiz di caratterizzare personaggi, una caratterizzazione molto approfondita e precisa, che rende più facile empatizzare e capire il comportamento della protagonista e degli altri personaggi. Ogni sentimento viene sviscerato. Carmen Weiz ha dimostrato la sua grande capacità di entrare nell’animo umano, di sviscerarlo, di comprenderlo e di capirlo, così come di descriverlo, che è una cosa molto difficile.

Molto affascinanti sono i capitoli che prendono in considerazione il punto di vista del “cattivo”, una persona mentalmente disturbata, che aspetta il momento giusto per mettere in atto la sua vendetta. Un punto di vista difficile da raccontare e delineare, perché va contro il pensiero logico e razionale, ma che Carmen Weiz è riuscita a rendere in maniera magistrale.

Qual è il messaggio principale della storia? Al dolore, alla sofferenza non ci si può sottrarre, ma sono necessari perché ci fanno sentire vivi.

Sophie alla fine capirà che non deve cercare la morte, ma sarà così tanto aggrappata alla vita che poi riuscirà a fare i conti con se stessa veramente, a superare il dolore e comprendere che, in ogni caso, la vita va avanti, anche se non vogliamo.

Una frase che mi ha colpito molto è questa:

“Non abbandonare mai la tua strada solo perché ora è tempestosa, non significa che non sarai diretta verso i raggi del sole”.

Ecco, credo che questa sia la frase riassuntiva di tutto il libro. Il dolore può bloccarci, ma non dobbiamo mai smettere di pensare che la vita va avanti, che noi siamo portati alla vita e sempre sarà così.

L’unica pecca, a mio avviso, è che avrei preferito che la parte più di azione del libro, che ritroviamo nelle ultime 100 pagine, arrivasse un po’ prima. Infatti, la prima metà del libro è tendenzialmente descrittiva e presenta il personaggio di Sophie e le conseguenze dell’evento traumatico sulla sua vita.

Ma a parte questo, faccio i complimenti a Carmen Weiz, perché ha dimostrato ancora una volta, di conoscere e capire l’animo umano, creando una storia molto intensa ed emotivamente profonda. Se vi piacciono i libri del genere, in cui ogni emozione viene analizzata e descritta, allora non dovete farvi scappare i libri di Carmen Weiz. 😊 buona lettura!

Voto:

4/5

2 commenti

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