Titolo: Una storia buia
Autore: Ivan Collura
Casa editrice: O.D.E. edizioni
Genere: Narrativa contemporanea
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 395
TRAMA
In una Sicilia che fa da splendido sfondo s’intrecciano le storie di vita di Tino Garozzo e Alfio Raciti. Due ragazzi diversi per carattere ed età, che vengono uniti da affetto e giri illegali. Tino viene bullizzato per anni a causa di un brutto angioma violaceo sul viso e la sua corporatura al limite dell’obesità; sopporta soprusi, prese in giro e violenza. Alfio ha una doppia personalità che lo porta spesso a commettere errori; è istintivo, vive per il suo Djo e ama fare i soldi non curandosi dell’aspetto legale. Le loro vite si intrecceranno a quelle di personaggi ugualmente complessi e che li porteranno a sviluppare il più grande giro di narcotraffico del Mediterraneo. Una storia buia ci regala uno scorcio sulla vita degli anni Novanta, fra giovani, musica, droga e tecnologia.
RECENSIONE
Una storia buia si presenta come un romanzo di narrativa ambientato negli anni 90’ a Giarre, un paesino della Sicilia che sta affrontando importanti innovazioni, come la tecnologia che si evolve, ma affronta anche cambiamenti e trasformazioni, nascono i primi atti di bullismo e i ragazzi si ritrovano a contatto con l’illegalità.
Questa storia è molto particolare, leggendola ti arricchisce di informazioni, di conoscenze e concetti, ma una volta terminata ti lascia spiazzato, vuoto… rimani lì inerme a chiederti come sia stato possibile un cambiamento del genere e cosa possa portare le persone a compiere determinati gesti, domande, le mie, che hanno un bel peso alle quali però non sempre esiste una risposta. Come spiega l’autore Ivan Collura l’intento non è assolutamente quello di screditare questa terra, ma di informare, basandosi anche su fatti realmente accaduti, riguardo tutto ciò che questa regione ha affrontato e che tutt’ora affronta, come certi valori estremizzati possano portarti al lato oscuro, a compiere azioni che mettono a rischio la tua vita ma anche quella di chi ti sta accanto.
La storia ruota attorno a tre ragazzi che abitano nel paesino di Giarre e che seguiremo durante il loro percorso ricco di scelte e di errori che cambieranno totalmente la loro vita.
Tino è un ragazzino molto timido, intelligente e appassionato di tecnologia che sin da subito subisce atti di bullismo per la sua statura corpulenta e l’angioma violaceo che ha sul viso. Sopporta offese, insulti, parole così taglienti da far male, violenza di ogni tipo che lo portano ogni giorno a soffocare la rabbia che ha dentro, ad essere paziente perché prima o poi si sarebbe fatto valere, a indurirsi sempre di più riuscendo a trovare nell’informatica il suo posto sicuro, dove nessuno potrà fargli del male. Tino è proprio un genio dell’informatica: ama hackerare i computer, modificare la Playstation e masterizzare giochi nel negozio di suo nonno che gli ha insegnato tutto quel che c’è da sapere sul mondo tecnologico. L’amicizia con Caterina lo porterà a fare la conoscenza del fratello Alfio, un ragazzo coraggioso, temerario, folle, con una doppia personalità che spesso non riesce a controllare portandolo a compiere azioni violente ed illegali con lo scopo di ottenere soldi in modo facile e veloce così da poter fare la bella vita. Infine l’ultimo componente di questo gruppo è Diego, nonché fratello di Alfio e Caterina, militare dalle molte conoscenze e grazie alla sua astuzia ed intelligenza riesce ad organizzare le proprie attività illegali, coordina il gruppo in maniera così eccellente tanto da riuscire in poco tempo ad ottenere il controllo dell’intera isola, divenendo così uno gruppo di veri e propri narcotrafficanti, forse il più grande e temuto dell’isola.
All’interno del libro si trovano delle scene molto forti anche le stesse parole risultano essere molto pesanti, partendo dall’episodio del bullismo dove vediamo un povero bambino trattato in un modo che non sarei mai riuscita a pensare; umiliato di continuo col solo intento di divertirsi.. col passare del tempo Tino e la sua vita cambiano totalmente, inizialmente speravo in meglio, ma non so se così si possa definire…
Da un lato Tino si migliora fisicamente, dimostra tutte le sue abilità intellettuali, è più sicuro di sé e crea nuove amicizie, dall’altro però vediamo come tutte le violenze fisiche e psicologiche che ha subito lo portano a covare una rabbia e un rancore che lo porta a compiere delle scelte avventate e che lo porteranno su una strada da cui poi non vi sarà ritorno. Tino arriva a compiere delle azioni veramente atroci a partire dall’episodio del cane, sino poi a lavorare per Alfio e Diego e avviare lo spaccio in tutto il Mediterraneo.
L’autore descrive egregiamente i personaggi, si riesce ad entrare nella loro psiche e seguire i pensieri in modo molto chiaro, difficile è però capire le motivazioni che li hanno spinti a tutto questo orrore.
Purtroppo è davvero un peccato vedere come giovani dal loro talento, dotati di intelligenza, forza e furbizia abbiano deciso di stare dalla parte sbagliata venendo meno a valori come la giustizia e la legalità.
Una storia buia penso non sia un romanzo per tutti, affronta tematiche molto forti in maniera cruda, molte scene violente vengono descritte nei minimi dettagli tanto da farmi storcere il naso parecchie volte, oltretutto questo libro è uno schiaffo in pieno viso, l’autore mette in evidenza la violenza, l’ignoranza, il degrado, la cattiveria, l’odio, la smania di soldi e di potere; l’autore narra di una Sicilia che ha veramente tanto potenziale ma che per colpa di persone basse come i protagonisti che pensano che il loro comportamento sia normale, non potrà mai spiccare il volo.
A mio parere è una pugnalata al cuore, è un libro che fa male ma nonostante questo non puoi fare a meno di leggerlo. Il titolo è pienamente azzeccato, è davvero una storia buia, nessuna smussatura solo la realtà nuda e cruda e per l’autore non deve essere stato semplice crearla.
Due personaggi che mi sono piaciuti particolarmente sono la nonna e la mamma, due donne molto forti che hanno lottato per la loro famiglia e che amano Tino incondizionatamente.
All’interno della storia una parte bellissima è secondo me la storia del piccolo Renè, una vicenda molto dolorosa che mi ha fatto commuovere, ma davvero molto dolce che mi ha fatto capire l’importanza di restare “umani” davanti a tanto orrore.
Il finale non è per nulla scontato o banale, anzi lo definirei molto interpretativo e assolutamente calza alla perfezione.
Ivan Collura inoltre attraverso anche l’uso del dialetto è riuscito a farci calare nella storia e a renderla estremamente reale.
Insomma, credo di avervi fatto capire che questo è un libro molto particolare, che straconsiglio perché ti fa veramente aprire gli occhi e riflettere su molti aspetti!
Quindi che dirvi… BUONA LETTURA!